Settimo chakra: Sahasrara

È il chakra del fiore di loto, simbolo di chi vive nel mondo senza esserne contaminato. Qui raggiungiamo la comprensione e il significato della nostra esistenza. Portiamo l’intero universo nella nostra “corona”: allora, quando l’energia che attraversa i chakra può fluire liberamente, possiamo sperimentare un profondo e appagante senso di connessione e di armonia con tutte le cose.

Il suo simbolo è il loto dai mille petali. Il numero mille simboleggia la completezza e la perfezione e rimanda al significato del chakra della corona come meta della nadi principale sushumna. In esso si innalza la forza del serpente Kundalini, che simboleggia il risveglio delle potenzialità umane. Il fiore di loto, che cresce dal buio e dalla melma per poi divenire un fiore puro, rappresenta lo sviluppo della consapevolezza umana dalle qualità animali relative ai chakra inferiori verso la radiosa luce dell’anima.

Nel chakra Sahasrara risiede Shiva, la consapevolezza pura. I temi a esso relativi ruotano intorno ai più alti stati di coscienza raggiungibili dall’essere umano. Un settimo chakra aperto genera un sentimento di pace profonda e immensa armonia, in quanto la condizione di dualità è stata superata. Esso conduce all’esperienza della felicità e stabilisce il contatto con la realtà oltre il pensiero.

L’energia del chakra Sahasrara consente la trasformazione della persona in “Mahatma”, la “Grande Anima”.

Esiste anche un aspetto negativo relativo a una esagerata concentrazione sul settimo chakra: uno sviluppo unilaterale della personalità con conseguente fuga in un drastico isolamento; l’individuo si ritira e diventa progressivamente ostile al mondo. Il settimo chakra agisce sull’intero organismo. Se il flusso energetico in questo chakra è troppo debole, ne possono derivare malattie croniche, problemi di tipo nervoso e malattie mortali. I disturbi più frequenti, tra quelli causati da un indebolimento del chakra Sahasrara, sono ad esempio mal di testa, disturbi della concentrazione, stati di confusione, smemoratezza, disturbi del sonno e depressione. Nella maggioranza dei casi, tuttavia, i problemi legati al chakra Sahasrara suggeriscono uno scarso sviluppo degli altri chakra. Il demone di questo chakra è l’attaccamento inteso come la difficoltà a staccarsi dalle illusioni e i sostituti a cui si ricorre per non sentire il vuoto. I sostituti sono: la preoccupazione per il lavoro, la macchina da riparare, i vestiti, la casa da pulire. Si tratta di componenti tipiche e insite alla vita, a non essere necessaria è la grande valenza che si attribuisce loro.

La coscienza è come un grande fiume che scorre lungo le cui sponde molte persone si costringono a fermarsi (zona di comfort) per paura di cadere in acqua e perdersi. Ma solo “cadere nel fiume” permette di trasformare i dati in esperienza, di guardare le cose dall’interno, trasformando tutto questo sapere in cellule. Sono tanti gli individui che quotidianamente si danno un gran daffare per saperne di più: leggono, frequentano corsi, cercano qualcosa per stare bene, ma lo cercano fuori di loro.  Sottovalutano che solo buttandosi nel fiume, vivendo a pieno è possibile avere esperienze che si trasformano in “corpo”: e ciò che è corpo non si dimentica più poiché è collegato all’inconscio, il vero infinito dell’uomo.

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